Un ricorso che risulta oscuro, incoerente e privo di chiarezza può costare caro al ricorrente. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 7 maggio 2025, ha ribadito che la presentazione di atti giudiziari che non rispettano i requisiti di forma e contenuto previsti dal codice di procedura civile può portare non solo al rigetto dell’istanza, ma anche a sanzioni per lite temeraria.
Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte, la riforma Cartabia ha rafforzato l’obbligo di sinteticità e precisione nella redazione degli atti. Il ricorso deve esporre in modo chiaro e specifico i fatti e le ragioni di diritto alla base della domanda, altrimenti rischia di essere dichiarato inammissibile. Nel caso oggetto della sentenza, il ricorrente è stato condannato a rifondere oltre 8.800 euro di spese processuali per aver presentato un atto «incoerente e privo di esposizione logica», a tutela della correttezza e dell’efficienza del procedimento civile.
L’articolo 96 del codice di procedura civile, come modificato recentemente, consente al giudice di condannare chi agisce in giudizio con modalità abusive o dilatorie a risarcire le spese e i danni, favorendo un sistema giudiziario più snello e rispettoso del contraddittorio.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Come inserire una nuova risorsa all’interno dello Studio Legale?
Tutte le più grandi aziende si basano sulle risorse umane: grandi imprenditori come Leonardo del Vecchio, Adriano Olivetti ed Enzo Ferrari si sono basati su…
Con un provvedimento del 17 maggio 2025 il Ministero della Giustizia individua il soggetto competente al pagamento delle spese per le intercettazioni disposte su richiesta…
Tutela dei dati personali e minacce alla salute pubblica
Cosa lega il Coronavirus alla tutela dei dati personali? Semplice. Mentre giornali, web e tv rigurgitano articoli e servizi a non finire su salute, regole…
